“Nonni liguri” (seconda parte) di Elena Canepa e Laura Canepa

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“Nonni liguri” (prima parte) di Elena Canepa e Laura Canepa

«Giovanni, svegliati è ora di partire».

Sono le due di notte ed è la mamma a svegliare Giovanni dopo poche ore di sonno. Il nonno salta giù dal letto, che condivideva con sette fratelli, e va a bere un sorso di latte caldo. Niente castagne da accompagnare a quella misera colazione, purtroppo. Giovanni si lava il viso con po’ di acqua fredda e corre nella “cabannetta”, la latrina dei contadini, poiché in casa il bagno non c’era. È la paura che lo costringe a correre, come succede tutte le mattine prima di andare al mercato: la paura di quel lungo viaggio lo attanaglia dalla sera prima. Vorrebbe non andare, farlo fare a qualcun altro, ma sa che tocca a lui e, quindi, accetta il suo fardello.

Giovanni va nella stalla e prende il mulo, un povero animale a cui è toccata la stessa sorte dei suoi padroni: una vita di fame e fatica dove tutti i giorni scorrono uguali e inesorabili. Lega il mulo al carretto, carica le cassette di verdura ed è pronto per partire.

Quando sta per salire sul carretto la notte è ancora fonda e in giro si vedono le fievoli luci di candela spuntare dalle case vicine dove altri contadini si preparano a partire per lo stesso viaggio di Giovanni. Il ragazzino sta andando al mercato ortofrutticolo di Bolzaneto a vendere i prodotti raccolti il giorno prima. Deve partire presto per arrivare e vendere tutto prima degli altri.

«Spero che il viaggio proceda bene e senza intoppi; speriamo che al mulo non vengano strane idee; speriamo che nessun ladro mi porti via la verdura o, peggio, il carretto con il mulo: sarebbe impossibile comprarne di nuovi e la vita diventerebbe più dura ancora». Questi e tanti altri sono i pensieri che affollano la mente di Giovanni.

Mentre sta salendo, pronto a partire, si avvicina sua madre con un pezzetto di pane inumidito d’acqua e insaporito con lo zucchero. Che meravigliosa sorpresa per Giovanni: una bontà tutta per lui! Ma è anche triste perché sa che quel pane mancherà a pranzo e che, probabilmente, sarà proprio sua mamma a privarsene. «Sta tranquillo, Ninni, il mulo sa la strada, è un bravo animale. La verdura è bella e non ci saranno problemi» gli dà un tenero bacino e lo guarda mentre si allontana, così piccolo e pieno di paure, verso la città grande e crudele.

Giovanni va, sapendo di essere seguito dallo sguardo materno e questo rende meno pesante il suo compito.
Appena svolta l’angolo e la sua casetta non è più in vista, sa di essere completamente solo, ma deve continuare. La strada è ancora molto lunga, fortunatamente il cielo è sereno e Ninni non rischia di essere sorpreso dalla pioggia. Essere bagnato e infreddolito avrebbe reso il viaggio ancora peggiore.

La luna è alta nel cielo e illumina la strada che, nonostante l’ora, è affollata. Ci sono carretti trainati da muli e asini, qualcuno va a cavallo. I più vanno a piedi con carretti sgangherati o con enormi carichi sulle spalle.
Due uomini stanno discutendo: i loro carretti sono ribaltati e tutto il carico giace in mezzo alla strada; il nonno passa oltre, erano scene che si vedevano spesso e finivano sempre nello stesso modo: con i due litiganti che raccoglievano le loro cose e riprendevano il loro cammino.

Foto di Carsten Thomsen da Pixabay

Il viaggio scorre tranquillo e l’alba è ormai vicina.
Ninni è quasi arrivato al mercato, sente i rumori di persone e animali. È un luogo molto affollato dove tutti hanno un gran da fare a scaricare merci, pesarle e disporle ordinatamente negli spazi assegnati. Anche il nonno fa del suo meglio e, nonostante sia un bambino, riesce a concludere dei buoni affari. Può tornare a casa contento, il suo viaggio è andato bene e tutti saranno felici.

Giovanni sale sul carretto e prende la strada di casa. La stanchezza comincia a farsi sentire, meno male che seduto sul carretto può riposarsi un po’. Di lì a poco tutto quello sballonzolare lo fa addormentare, mentre il mulo continua a camminare.

Una brusca fermata fa risvegliare di soprassalto Ninni che spalanca gli occhi e si guarda attorno; quello che vede non gli piace, non riconosce dove si trova. Quella non è la strada di casa. Maledetto mulo, dove lo ha portato?

Il nonno salta giù dal carretto e conduce il mulo a mano fino al bordo della strada dove può decidere cosa fare. Fortunatamente, in giro c’è tanta gente, così Giovanni può chiedere dove si trova.

«Sei a Pontedecimo, giovanotto».

Il nonno non c’era mai stato. Quello che gli ha risposto è un calzolaio a cui il nonno chiede anche la strada per tornare indietro. Ninni racconta la sua disavventura, ma chiude in fretta il discorso perché si vergogna. Ha notato che il calzolaio guardava le sue scarpe consumate. Povero Giovanni, sono le uniche che ha ed erano state di suo fratello più grande prima di diventare sue. Ringrazia e saluta e, seguendo le indicazioni ricevute, si mette sulla strada del ritorno.

CONTINUA…

“Nonni liguri” (terza ed ultima parte) di Elena Canepa e Laura Canepa

Immagine di Carsten Thomsen da Pixabay

Nonni Liguri: Copyright © Elena Canepa e Laura Canepa – Tutti i diritti riservati

16 risposte a "“Nonni liguri” (seconda parte) di Elena Canepa e Laura Canepa"

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  1. Buon giorno Elena e Buon giorno Laura. Finalmente è arrivata la seconda parte. La prima l’avevo letta assieme alla Roby diverse sere fà. Dunque SI! Mi ha spiegato che Voltri è all’altro estremo della Città rispetto casa di suo padre a Nervi e che non ci siamo mai passate assieme. Mi ha detto anche che, per arrivarci in autostrada, si doveva percorrere quel tratto di strada tristemente crollato. Mi ha parlato anche di Pra e dice che è proprio là che hanno quel buon basilico con cui fate il pesto. Mi dice di non confondermi con città o comuni ma di chiamarli quartieri perché fanno parte dello stesso comune – Genova per l’appunto – Dice che, diversamente da qua, Voi siete pieni di comuni a volte inutili (parole sue – io non c’entro -) e poi le molte province ma quelle le conosco, non tutte ma molte. Da noi non esistono le province. Chissà se a Pra, in quell’epoca, facevano il pesto?! Ora non vedo l’ora di potermi leggere la seconda, questa parte, ma lo farò assieme a lei così che posso farmi spiegare. Ti faccio un reblog anche di questa. Grazie da parte nostra. Un abbraccio
    Sabrina 💖

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    1. Buongiorno Sabry, grazie del reblog e del commento! Roby ti ha spiegato tutto alla perfezione. E comunque il pesto lo facevano anche una volta a Pra e dintorni, lo fanno praticamente da sempre😄 adesso, però, c’è il problema dei pinoli! Sono un ingrediente fondamentale assieme al basilico, ma sono troppo cari, raggiungono anche i 70€ al kg!😅
      Domani la terza e ultima parte del racconto😄😄

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      1. Però…. Si fan pagare anche da Voi. Ho controllato ora e sarebbero esattamente 74.-67 CHF da noi. Non ho idea di quanto costino qua ma sicuramente di più. Io, I pinoli, li mangio anche senza niente – al posto delle noccioline americane ai quali mando un pernacchia – 😜😜😜 sono anti americana… Pardon 😘

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