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“La donna dal kimono bianco” di Ana Johns

Ciao a tutti, sono Laura e oggi finalmente recensirò “La donna dal kimono bianco”. Dico finalmente perchè è da tempo che ne ho concluso la lettura, ma tra un impegno e l’altro non sono riuscita a scrivere nulla in proposito.

Mi sono avvicinata a questo libro grazie ad alcuni gruppi di lettura sui social. Vedevo spesso foto della copertina accompagnate da parole incoraggianti: bellissimo, consigliatissimo, emozionantissimo (tutto issimo, insomma). Vista la mia simpatia per i romanzi ambientati nel paese del sol levante, alla fine, l’ho inserito nella lista libresca dei regali di compleanno.

La copertina mi piace molto: è delicata e dai colori tenui. Questo potrebbe far pensare che anche la storia sia delicata e tenue, in realtà è tutto il contrario. Le vicende della protagonista – Naoko – sono molto tristi. Alcune sono sue “colpe” (più per mancanza di concretezza che per altro), alcune dipendono dalla mentalità dell’epoca e dalle usanze spietate degli anni passati, mentre alcune sono semplici sfortune.

La narrazione avviene da due distinti punti di vista, in due diversi momenti temporali. Il presente, narrato da Tori Kovac, e il 1957, narrato da Naoko. Le storie di queste due donne, apparentemente così diverse, si intrecciano in modo abbastanza prevedibile. Questo, però, non toglie nulla al valore del libro che sicuramente non ha l’intento di stupire, bensì di fare luce su alcune spiacevoli consuetudini sconosciute ai più.

Nel 1957, Naoko è un’adolescente ed è stata promessa in sposa al figlio di un ricco uomo d’affari. Lei, però, cerca l’amore e lo trova in un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, viene ripudiata dalla famiglia e hanno inizio le sventure che la costringeranno a tirare fuori tutta la sua forza.
Tori, nel presente, accudisce il padre malato. Alla morte dell’uomo, scopre un segreto che rischia di cambiarne per sempre il ricordo. Parte alla volta del Giappone per ricostruire una parte del passato che il padre aveva sempre tenuto nascosta.

Mi sono piaciute molto le descrizioni (che sono la mia parte preferita dei romanzi a tema giapponese), i paesaggi, le abitazioni, gli indumenti e il diverso modo di concepire la quotidianità hanno un fascino particolare per me.

Buoni anche i riferimenti storici. Ero a conoscenza del destino toccato ai giapponesi residenti negli Stati Uniti da dopo l’attacco di Pearl Harbor, ma non mi ero mai chiesta cosa fosse accaduto sull’altra “sponda”. Gli americani – prevedibilmente – si comportarono da vincitori e i giapponesi non celarono il loro disprezzo, arrivando a ripudiare gli stessi giapponesi che intrattenevano relazioni “miste” (e poverini i bambini che venivano concepiti da queste unioni).

Tra le due storie – quella di Naoko e quella di Tori – è ovviamente quella svoltasi in Giappone nel 1957 a essere il cardine del libro. La parte di Tori è poco interessante, ma serve solo a fare da cornice alla vera storia.

Vi ho detto di aver scoperto questo libro grazie ai commenti lusinghieri sui social, ma anche i commenti negativi non erano pochi. Molti lamentavano il fatto che al termine del romanzo troppi quesiti rimangano irrisolti; devo essere sincera, io ho trovato risposta a tutte le domande aperte. I motivi possono essere due: o io non ho afferrato alcune domande e quindi non ne ho cercato la risposta, oppure alle domande doveva rispondere il lettore (e, auspicando che sia questo il caso, l’autrice è stata brava e mi ha “suggerito” le risposte senza dovermi fare l’elenco numerato).

In conclusione, questa lettura mi è piaciuta e la consiglio a chi ama le ambientazioni orientali, ma anche a chi apprezza il genere rosa (rosa non troppo acceso: un po’ di amore c’è, ma è portatore di sventure).

Laura

4 risposte a "“La donna dal kimono bianco” di Ana Johns"

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  1. Segnalo un altro fantasy di ispirazione orientale ovvero “La stirpe della Gru” d Joan He. Sembra molto interessante anche se non ho letto la trama. Spero di riuscire a leggere più libri possibile con questo tipo di ambientazione perché mi piace davvero tanto. Un giorno mi piacerebbe andare in Giappone

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      1. Su BookTube se ne scoprono sempre di nuovi. Anche una ragazza che ho conosciuto su Instagram ha pubblicato un fantasy ambientato in Giappone che si intitola “La spada e il crisantemo” che vorrei leggere. La ragazza di chiama Veronica N.M Green.

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