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“Norwegian Wood” di Murakami Haruki

Buongiorno, amici! Sono Elena e oggi vi parlerò del mio primo romanzo di Murakami. Mi sono avvicinata a lui spinta dalla curiosità. Ho letto molti pareri sui gruppi di lettori: ha uno stile molto particolare e o lo si ama o lo si odia, io volevo capire da che parte stare. Il verdetto è che a me è piaciuta sia la storia che lo stile, anche se si discosta molto dai generi di libri che stavo leggendo in questo ultimo periodo. Sarà forse perché è cambiato qualcosa dentro di me? Chi lo sa…

Lo stile di Murakami è molto “giapponese”, nel senso che bada molto alle descrizioni dettagliate e l’andamento della storia è lento quasi come se vivessimo gli eventi assieme ai personaggi. Sembra di essere dentro le vicende e riuscivo a immaginare proprio tutto grazie alla cura per i particolari.

Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine.
Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull’adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli “altri” per entrare vittoriosi nell’età adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel che costi. Come il giovane Holden, Tōru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un’istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Tōru non può fare altro che decidere.
O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

Più che come Tōru, io conosco il protagonista per cognome: Watanabe, è così che viene chiamato da tutti durante la narrazione. Mi sono ritrovata molto nei comportamenti e nei ragionamenti di Watanabe, tanto che questa cosa mi ha fatto apprezzare ancora di più il romanzo. Non è così scontato che io provi simpatia per i protagonisti di romanzi di questo genere così introspettivo, anzi, spesso li detesto. Qui, invece, ho trovato frasi o addirittura grossi paragrafi che mi sono entrati dentro.

– Ti piace la solitudine? – chiese lei appoggiando il mento sulla mano. – Ti piace viaggiare da solo, mangiare da solo, a lezione sederti lontano dagli altri?
– A nessuno piace la solitudine. Ma non mi faccio in quattro per fare amicizia. Così evito un po’ di delusioni, – dissi.
Lei si infilò in bocca la stanghetta degli occhiali e, con voce drammatica, disse:
– «Non esiste nessuno a cui piaccia la solitudine. È solo che odio le delusioni». Se un giorno scriverai la tua autobiografia, ti consiglio di usare questa frase.
– Grazie, – dissi.

Il romanzo è davvero molto introspettivo. Però, come scritto nella trama, è diverso dalle solite opere di Murakami, perciò, per farmi un’idea del suo “solito” stile, dovrò leggere qualcosa di classico e poi vi farò sapere. Norwegian Wood mi è piaciuto molto, ma lo consiglio soltanto a chi non ha fretta e a chi è appassionato del genere introspettivo.
Qui i protagonisti sono adolescenti, ma lo stile è impeccabilmente adulto e Murakami non censura per nulla le loro esperienze sessuali che vengono descritte tranquillamente e senza tabù.
Ci sono davvero tantissimi spunti di riflessione, io stessa ho “preso appunti” e mi sono segnata molte cose.
Watanabe è combattuto per l’amore provato per Naoko e quello per Midori, due personalità completamente diverse che confonderanno il ragazzo sui propri sentimenti per ciascuna di loro. Non mancheranno la scuola, gli amici, altre ragazze e una serie di errori e problemi adolescenziali che occuperanno ogni capitolo di questo romanzo che terrà compagnia come un vecchio diario personale ambientato alla fine degli anni sessanta.
Norwegian Wood è la canzone dei Beatles che si rivelerà un punto fondamentale per i protagonisti.

– Però quella domenica ho tirato un attimo il fiato, – continuò Midori. – Quando siamo saliti sul terrazzo e abbiamo guardato l’incendio bevendo e cantando. Non so da quanto tempo era che non mi sentivo così bene, come libera da un peso. Sono sempre sotto pressione da parte di tutti. Appena mi vedono, mi chiedono questo o quest’altro. Solo tu non mi chiedi mai niente.
– Non ti conosco abbastanza per pretendere qualcosa da te.
– Vorresti dire che se mi conoscessi meglio cominceresti anche tu a pretendere cose da me come tutti gli altri?
– La possibilità esiste, – dissi. – Nel mondo reale la gente vive esercitando sempre qualche tipo di pressione sugli altri.
– Sono sicura che tu non lo faresti. Io queste cose le capisco. Ho una discreta esperienza per quanto riguarda pressioni esercitate e subite. Tu sei diverso ed è per questo che mi sento così tranquilla quando sono con te. Ma tu non hai idea di quante persone in questo mondo si sentono bene solo quando possono mettere gli altri sotto pressione o essere messi loro sotto pressione da altri? La maggioranza. E lo sbandierano pure! Sono fatti così: gli piace. Ma a me non piace per niente. Se è necessario lo faccio, ma solo perché non ho scelta.
– E quali sarebbero le pressioni che tu fai, e subisci?
Midori si mise in bocca un pezzetto di ghiaccio e lo succhiò per qualche istante.
– Vuoi saperne di più su di me?
– Perché no? Un po’ mi interessa.
– La domanda era: «Vuoi saperne di più su di me?» E la tua ti sembra una risposta decente?
– Vorrei saperne di più, su di te, – dissi.
– Davvero?
– Davvero.
– Anche se potresti aver voglia di distogliere gli occhi?
– Nascondi cose così terribili?
– In un certo senso sì, – disse Midori corrugando la fronte. – Voglio un altro bicchiere.

Devo dire che questo libro mi è entrato proprio dentro e forse era anche il periodo giusto della mia vita per leggerlo. Davvero particolare e bellissimo questo modo che hanno i libri “giusti” di arrivare al momento “giusto” per aiutarti e per farti comprendere. Alcuni libri sanno quando hai bisogno di loro.

Elena

7 risposte a "“Norwegian Wood” di Murakami Haruki"

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  1. È stato il mio primo libro di Murakami e, se non ricordo male, scrissi una recensione secoli fa. Norwegian Wood ha dato il mio al mio amore per questo scrittore anche se devo ammettere che alcuni suoi romanzi non mi hanno entusiasmato come questo. Norwegian Wood o Tokyo Blues è particolare, speciale e sarà sempre al primo posto nella mia particolare classifica di gradimento tra i vari titoli letti finora…
    Ps: le vostre recensioni sono sempre bellissime. ❤️

    Piace a 1 persona

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