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“La scuola degli ingredienti segreti” di Erica Bauermeister

Ciao a tutti! Sono Elena e torno a parlarvi dell’ultimo libro che ho letto.

“La scuola degli ingredienti segreti” non è per nulla il mio genere, tanto che, all’inizio della lettura, mi domandavo come fosse finito sullo scaffale della mia libreria (peraltro da molto tempo in attesa di essere letto). Ricordo benissimo di averlo acquistato (in offerta a pochissimi euro) presa dalle mie solite frenesie improvvise per gli acquisti (una “malattia” che fa sempre inarcare il sopracciglio a Laura) che mi colpisce e mi spinge a fare una “carrellata” di articoli (non succede soltanto con i libri, ma anche con vestiti, profumi, scarpe, borse e perfino con tè e tisane).

Fatta questa parentesi, non ho nulla contro questo romanzo che, in fin dei conti, è risultato anche piacevole (molto breve, appena poco più di 200 pagine); l’autrice scrive molto bene e il suo stile è anche accattivante. La pecca, per me, sono i troppi dettagli sulla cucina e le ricette che da un lato mi facevano sentire in cucina ad assaporare ogni sensazione che si prova stando dietro ai fornelli a cimentarsi con nuove ricette e dall’altro risultavano un po’ pesanti. Piacerebbero sicuramente agli appassionati di cucina (sempre che i dettagli troppo “dettagliati” non annoino anche loro) e a chi cerca una lettura ricca di sentimenti. Sì, perché quella è la nota positiva che ho trovato nella narrazione (che non boccio assolutamente, nonostante ciò che ho scritto qui sopra). Prima di andare avanti, però, vi riporterò la trama.

Il profumo di vaniglia e cioccolato riempie la stanza e si sovrappone all’aroma pungente e speziato della cannella. è lunedì, e nel ristorante di Lillian si tengono le lezioni del corso di cucina. Circondata dagli allievi, Lillian sta per aggiungere l’ultimo tocco, poi la torta sarà pronta. Pronta ad addolcire un momento di tristezza, a suggellare una promessa, a regalare un briciolo di felicità. Nessuno meglio di lei conosce la magia degli ingredienti: era solo una bambina quando, grazie a una misteriosa ricetta, ha salvato sua madre. Sono passati anni da allora, anni in cui ha combattuto, ha sofferto, si è ribellata, a volte ha perso ogni certezza. Tutte tranne una: la fiducia nella magica alchimia del cibo. Per questo il suo ristorante è un luogo speciale, dove si ritrovano ricordi perduti, si stringono promesse d’amore o nasce un’amicizia. Ciò che Lillian non sa, o che a volte perde di vista, è la ricetta giusta per lei. Potrà ritrovarla solo se accetterà di mettersi alla prova.

Questa storia si può definire come un insieme di racconti legati da un filo conduttore: il corso alla scuola di cucina. Questi racconti sono tristi, ma ricchi di frasi profonde e di insegnamenti. Ogni protagonista trova rifugio dai propri problemi nel cibo, negli aromi, nelle spezie, nel creare un nuovo piatto e, soprattutto, in questa novità nelle loro vite che è il corso di cucina.
Ho apprezzato il fatto che si cucinassero molti piatti italiani in modo corretto, poiché spesso in questo tipo di storie gli autori stranieri apportano modifiche decisamente “non italiane” alle nostre ricette. Erica Bauermeister, infatti, dichiara a fine libro di aver vissuto in Italia per due anni e di essersi innamorata non solo della nostra cucina, ma anche del fatto che per noi italiani mangiare è un rito sacro che riunisce la famiglia.

Si interruppe imbarazzata. «Parlo troppo.»
«No», ribatte Ian. «è magnifico.» La fissò a lungo. «Sai, io ho sempre provato l’esatto contrario. No, davvero», scoppiò a ridere vedendo la faccia di Antonia, «il mio unico desiderio era sentirmi sicuro delle cose. Ascoltarti mi fa ripensare a un cucciolo che ho visto l’altro giorno nel parco. Si è buttato nel lago inseguendo una palla. Non si è mai chiesto se la palla avrebbe galleggiato o se nel lago esisteva un fondo o se avrebbe avuto abbastanza energia per riguadagnare la riva o se il suo padrone sarebbe stato là, al suo ritorno…» Rallentò, nervoso. «Non che io ti consideri simile a un cane.»
«Certo che no», disse lei, divertita. Continuarono a staccare il linoleum per un po’; ormai il pavimento di abete era chiaramente visibile, gli arancioni e i gialli scintillanti del legno trasformavano la stanza, rendendola più tiepida, più viva, parte del mondo esterno quanto di quello interno.
«Si, Ian», aggiunse, «mio padre diceva sempre che una persona ha bisogno di un motivo per partire e di un motivo per andarsene. Ma a volte penso che il motivo per andarsene sia talmente grande, ti riempia a tal punto, che non rifletti nemmeno sul perché stai per partire, lo fai e basta.»
«E tu pensi semplicemente che riuscirai a tornare a riva?»
«E con la palla.» Antonia scoppiò a ridere.

Consiglio questo libro a chi cerca qualcosa di breve che si collochi nella narrativa contemporanea e a chi è appassionato di cucina, di riflessioni sul senso della vita e di storie di amicizie, amori e promesse.

Elena

2 risposte a "“La scuola degli ingredienti segreti” di Erica Bauermeister"

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