Ciao a tutti! Sono Elena e volevo parlarvi della mia ultima lettura: “I segreti della famiglia Herington” di Wendy Francis. Non avevo mai letto nulla di quest’autrice e devo dire che il libro era scritto molto bene, ma nonostante questo, non mi ha coinvolta. Mi dispiace dover recensire negativamente un romanzo, ma non sono riuscita ad appassionarmi a questa vicenda.
E poi, io sono una che si innamora delle copertine (un libro non si giudica dalla copertina? Ma anche no!) e questa non invoglia per niente alla lettura.
ꕥ⭒ღ❀☼∘ Trama ∘☼❀ღ⭒ꕥ
Le ragazze Herington sono di nuovo insieme per un’estate nella casa di famiglia di Cape Cod. Quest’anno, però, hanno portato con sé più segreti che valigie. Maggie, la più grande, è preoccupata per il divorzio dei genitori e per il suo desiderio di avere un figlio: teme sia troppo tardi. Jess ha un matrimonio che scricchiola e non ha il coraggio di dire a Maggie la verità. Virgie, la più giovane, è sempre stata concentrata sulla carriera, ma ora c’è un uomo nella sua vita. Come se non bastasse, un incidente sta per portare a galla un nuovo segreto…
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Ho acquistato questo libro involontariamente: era in un box assieme ad altri due volumi di autori diversi. I temi trattati sono importanti: divorzi, tradimenti, sclerosi multipla, ossessione e disturbo di accumulare oggetti. Nonostante questo, il romanzo è molto piatto. Non ho provato empatia per i personaggi, non ho provato coinvolgimento per i loro problemi, nulla. Mi dispiace non essermi affezionata a nessuno, mi succede sempre, ma in questo caso no. Eppure la scrittura era scorrevole, forse l’autrice non è riuscita a dare quel qualcosa in più alla propria opera, perché il problema è che manca proprio qualcosa. Il titolo originale è “The Summer of Good Intensions” ed è più appropriato rispetto a “I segreti della famiglia Herington”, in cui uno si aspetta di trovare chissà quali misteri e intrecci a sfondo familiare.
La vicenda viene narrata dai diversi punti di vista dei personaggi, ma lo stile rimane sempre lo stesso, non si nota quasi il cambiamento della prospettiva.
I personaggi non sono ben caratterizzati e i dialoghi sono un po’ banali. Una parte che mi è piaciuta riguarda le descrizioni delle protagoniste riguardo i loro ricordi dell’infanzia nella casa di Cape Cod.
In un certo senso, Maggie considerava più sua la casa a Cape Cod di quella vittoriana sconnessa sulla costa meridionale di Boston. La casa delle vacanze, dove lei e le sue sorelle andavano fin da piccole, conservava alcuni dei suoi ricordi più preziosi: i falò sulla spiaggia, i marshmallow arrostiti sul fuoco, il primo bacio, la prima delusione d’amore e il giorno del matrimonio con Mac, sotto un grande tendone bianco sulla sabbia. Suo padre era sceso a maggio per un controllo generale della casa, ma un odore di chiuso misto a qualcosa di dolce, come profumo per ambienti, li accolse non appena varcata la porta principale.
***
I passerotti cinguettavano sulle vecchie querce e sui pini disseminati per la piazza cittadina. Maggie ispirava mentre pedalava, un misto di sale e pino le pungeva il naso, dandole un curioso senso di libertà.
Nonostante alcune descrizioni, ho fatto fatica a terminare il libro: non vedevo l’ora di arrivare alla fine, ma purtroppo non per il desiderio di scoprire che fine avrebbero fatto i personaggi (seppure, a loro modo, fossero abbastanza piacevoli).
Posso dirvi di leggerlo, magari quest’estate sotto l’ombrellone, se lo doveste trovare in libreria per pochi euro e se aveste bisogno di una lettura molto leggera e poco impegnativa (alcune pagine le scorrevo con gli occhi senza concentrarmi troppo).
Non mi sento però di consigliarlo come lettura “di quelle che ti rimangono dentro”: a me ha lasciato poco e nulla.
Spendo però alcune parole in favore dell’autrice che si è documentata sulle malattie affrontate in questo romanzo parlando con medici e amici. Inoltre ha avuto la forza di continuare a scrivere nonostante la malattia della madre che non ha potuto leggerlo perché è mancata. Magari proverò a darle una seconda opportunità e a leggere qualche altra sua opera in futuro.
A presto!
Elena
ciao^^
per la copertina secondo me hanno optato per una casa tipo di bambole o di stoffa perke dentro ci sono le famiglie perfette, le famiglie idealizzate dalle bambine 🙂
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Hai ragione…😊😊
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Buon giorno, pensavo che lo consigliavi per uccidere le mosche sotto l’ombrellone.
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Buongiorno, ognuno può usarlo a suo piacimento… basta ripulire la copertina!😉
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Ciao Elena, il fatto di scegliere un libro in base alla copertina a me capita, qualche volta, quando vado in biblioteca (mentre quando compro i libri sono molto più “pignola”). Ho trovato sia libri con una bella copertina ma con una storia brutta che copertine brutte ma con una storia bella, poi ogni cosa è soggettiva. 😉
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È vero, ogni cosa è soggettiva. Io mi lascio influenzare molto!😂😂😂
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Non conoscevo quest’autrice. Da approfondire 😉
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