“Il diario di velluto cremisi” di Sarah Jio

Ciao a tutti!

Ho terminato un nuovo libro di cui mi piacerebbe parlarvi: “Il diario di velluto cremisi”.

Devo dire, in tutta onestà, che questo titolo non mi piace per niente. Se leggerete altre mie recensioni vi accorgerete che mi soffermo molto sui titoli dei libri perché è la prima cosa che salta all’occhio oltre alla trama e alla copertina. Ok, c’è un diario velluto cremisi nella storia, ma il titolo originale è “The violets of March”. Oltre ad essere più legato a ciò che viene narrato, in particolare ad alcune caratteristiche quali l’ambientazione nel mese di Marzo e i fiori (capirete leggendo), è più “delicato”. Questo non dipende dalla scrittrice, che peraltro mi piace molto. Non capisco perché i traduttori debbano sempre discostarsi così tanto dall’originale, probabilmente avranno i loro buoni motivi. Comunque… torniamo a noi!

Di cosa parla questa storia?

Emily è distrutta dopo il recente divorzio da Joel e, su consiglio della migliore amica Annabelle, decide di concedersi una pausa andando a trovare l’anziana zia Bee. Parte, dunque, per Bainbridge Island, a largo di Seattle, un luogo di cui Emily conserva dei bellissimi ricordi delle vacanze estive. Durante il suo soggiorno lì, oltre a fare la conoscenza del bellissimo e misterioso Jack, la ragazza trova un vecchio diario dalla copertina velluto cremisi in cui la giovane Esther racconta della sua travagliata storia d’amore con Elliot. Chi è Esther? Chi sono le persone di cui parla questa donna? Cosa c’entra la zia Bee con tutto questo? Emily non si darà pace fino a quando non scoprirà la verità. Tutta quella storia sembra riguardarla molto da vicino.

Non avevo mai letto un libro di Sarah Jio, ma è abbastanza conosciuta. Nata e cresciuta a Seattle, ha scritto per numerose testate giornalistiche. Il suo stile mi è piaciuto, è fresco e scorrevole. Inoltre si percepisce il suo modo di scrivere molto “americano”; i personaggi hanno un diverso stile di vita rispetto agli europei che sono abituata a leggere. Il romanzo è scritto in prima persona e appena l’ho cominciato devo ammettere di essere stata un po’ scettica. Il mio gusto personale mi spinge sempre a preferire romanzi scritti in terza persona, tranne per poche eccezioni. Un libro in prima persona deve essere scritto proprio bene per catturarmi. Mi sono accorta dalle prime righe, però, che era tutto molto scorrevole e Sarah Jio ha usato un metodo di narrazione semplice e diretto. C’è chi lo ha definito “scontato” o “surreale” o addirittura “banale”; io non lo definirei nulla di tutto ciò. Ok, le coincidenze sono un po’ troppe, ma si tratta pur sempre di una storia inventata! Io non sarei così critica; ci sono un segreto familiare e dei misteri che alla fine verranno risolti. La storia è semplice, ma io l’ho trovata piacevole da leggere e ho terminato il libro in breve tempo. I personaggi mi sono piaciuti anche se non ho provato una forte simpatia per la vecchia zia Bee, troppo testarda e ferma sulle sue convinzioni. E nemmeno per Esther che, pur inseguendo l’amore della sua vita, si è comportata male nei confronti di persone che non avrebbe dovuto coinvolgere nei suoi drammi. La protagonista, Emily, si sente molto legata a questa donna e avrà i suoi buoni motivi. Io, però, non la giustifico come fa lei di continuo solo perché aveva trovato il vero amore e le era “sfuggito”.

Consiglio questo libro a chi cerca qualcosa di leggero e carino che non richieda troppa concentrazione. Nonostante la sua semplicità mi ha incuriosita e non vedevo l’ora di scoprire come sarebbero andate a finire le cose.

A presto!

Elena